6. Via Mulino a Vento 27 Titolo “Sant’Agata”
Non è stato facile arrivare all’immagine di Sant’Agata da questa macchia. Subito è stato interessante il contrasto di colore e di materiale tra la pietra scura e l’intonaco rossastro che in alto ha la forma di tante mammelle.
La forma della crepa ci ha fatto pensare a delle braccia aperte pronte ad accogliere e l’accenno a due seni ci ha riportato all’iconografia di Sant’Agata.
Qui Sant’Agata è accomunata all’Etna, con il fuoco presente alle sue spalle. Etna e Agata simboli di forza, di speranza e di bellezza che protegge e da forza alla città di Catania. Dalla lava e dalla fertilità dell’Etna nascono frutti e fiori magici che ricoprono il corpo della Santa.
7. Via Mulino a vento 24 Titolo “Battiato e le meccaniche celesti”
In questa crepa l’immagine chiara di un volto di proprio con un naso importante ci ha fatto pensare a Battiato. E da questa forma della faccia è nato poi tutto il resto…
Franco Battiato, una delle figure musicali più importanti della Città di Catania, della Sicilia e delle musica Contemporanea.
Un artista che ha voluto sperimentare e contaminarsi lungo tutta la sua produzione.” Toccando sia i mistici come Gurdjieff, presente nel suo Centro di gravità permanente, che i poeti come Sgalambro, suo versificatore ne La cura. Una musica etnica, classica, d’avanguardia. Con Bandiere Bianche, Prospettive Nevski, Treni di Tozeur. Spirito e materia sempre contrapposti, al richiamo di Apriti Sesamo. Sono ancora le sue parole a darci il senso del trascorrere del tempo, le meccaniche celesti, in Segnali di vita: Il tempo cambia molte cose nella vita – il senso le amicizie le opinioni – che voglia di cambiare che c’è in me – si sente il bisogno di una propria evoluzione.
Qui sta forse il segreto della sua attualità: evoluzione.
8. Via Plebiscito 201 Titolo “Etna”
Siamo partiti da questi segni di vernice molto forti presenti sul muro: una sagoma nera ed una lingua rossa. La velocità e le sporcature di queste linee ci ha fatto pensare a qualcosa di molto solido ma allo stesso tempo vivo e in veloce movimento. Da qui è stata facile l’unione con la potenza dell’Etna durante un eruzione vulcanica.
Ma in queste linee per noi c’era anche un richiamo ai grandi maestri Giapponesi quali Hokusai. Nel realizzare questo disegno ci siamo ispirati quindi ad uno stile un pò orientaleggiante.
9. Via Plebiscito 187 Titolo “Polifemo e I faraglioni di Acitrezza”
La leggenda dell’incontro di Ulisse con Polifemo, è una chiara metafora della superiorità dell’intelligenza sulla violenza, ha la sua esaltazione letteraria nella “Odissea”. Il poema omerico fu scritto circa sette secoli prima della nascita di Cristo, ma con ogni probabilità riprese leggende che già si tramandavano popolarmente da epoche precedenti. # Ulisse, nel suo pellegrinaggio lungo il Mediterraneo per tornare nell’isola di Itaca dopo l’assedio di Troia, approda in un’isola, la “Terra dei Ciclopi”, dove chiede ospitalità al gigantesco e selvaggio Polifemo. Il ciclope, però, gli uccide alcuni compagni e li divora. Per salvarsi, Ulisse fa ubriacare di vino il rozzo gigante, gli acceca l’unico occhio e così insieme ad alcuni dei suoi compagni, nascosti sotto i corpi delle pecore riescono a scappare e ad imbarcarsi. Inutilmente il ciclope accecato tenterà di colpirlo lanciandogli come massi le cime di alcuni monti identificate dalla leggenda nei “Faraglioni di Acitrezza”. In questo disegno vediamo proprio la lotta tra Polifemo, Ulisse…ed una pecora belante!!!!